Guida alla sopravvivenza per freelance.
Contabilità pt.1
Con la diffusione del Covid-19, la pandemia, i lockdown e l’instabilità del mondo del lavoro che va aumentando, tantissime persone che conosco hanno deciso di lasciare il posto fisso e aprire Partita IVA.
Le scelte sono state principalmente dettate dalla prospettiva di un maggior benessere personale.
Il che è vero, posso dire che i lati positivi nell’essere freelance sono molti. Potenzialmente puoi scegliere con chi lavorare, quando, e se sei un freelance digital puoi decidere anche da dove farlo.
Tutto vero… in parte.
Perché le complicazioni ci sono, a partire dal fatto che non sempre puoi davvero scegliere con chi lavorare, il cliente con cui non sarà tutto rosa e fiori ci sarà sempre, succede, e fa parte del gioco (ah, e si impara tantissimo!). Poi capiterà spesso che sarai sommerso di lavoro e perderai il concetto di tempo lavorando anche 20 ore al giorno e nel fine settimana.
Dovrai abituarti anche al fatto che ci saranno periodi dove non arriverà lavoro, e probabilmente il panico prenderà il sopravvento.
Con queste premesse, si può capire che alla base della sopravvivenza del freelance, sia essa economica o mentale, c’è l’organizzazione.
Il tempo è il tuo metro di misura e la cosa più importante che hai, e deve essere ottimizzato al massimo.
Generalmente quello che fa perdere più tempo ad un libero professionista, è la contabilità.
A meno che non sia un commercialista.
Ma ipotizziamo che voi siate un creativo, figura che secondo la leggenda non va particolamente d’accordo con conti e metodicità di funzioni.
Come dicevo prima bisogna essere organizzati per riuscire a portare a casa la pagnotta e vivere sereni. Questo comporta avere sotto controllo:
– spese
– entrate
– TASSE
e farlo in maniera semplice e veloce!
Ti vedo che sei sbiancato e inizia a mancarti il fiato. Ma sappi che è necessario conoscere quanto spendi, quanto paghi al governo a fine anno, per capire quanto chiedere per un dato servizio e lavoro e avere soldini necessari per vivere, e crearti un fondo emergenza.
Perché con un solo file io so a quanto ammonta il mio “stipendio”. Posso sapere che margini di investimento ho, e non rischio di finire a pagare tante tasse in più solo perché non avevo idea del mio fatturato e delle mie spese. E sopratutto cosa molto più importante, so quanto posso spendere al mese per vivere. Così, in caso di crisi, pandemia, asteroidi o invasione di locuste, sapendo che nessuno mi dà la certezza del mio domani, sono in grado di fare “musina” (termine veneto che indica il salvadanio), e avere da parte quindi sempre almeno i soldi necessari per pagare le tasse dell’anno + un fondo emergenza.
Due schermate di esempio. Il file è decisamente perfettibile, ma fino ad ora i conteggi previsti e quelli reali sono stati discretamente vicini. Non perfetti ma trovo che sia sufficiente per avere un’idea di massima della propria situazione!
NOTA BENE: Non sono un commercialista, alcuni termini nella tabella di esempio non sono corretti, ma sono inseriti per comprensione personale e necessità di avere le caselle a dispozione.
Questo articolo vuole essere uno spunto di riflessione per iniziare a gestire al meglio la propria Partita IVA.